mercoledì 4 marzo 2015

Andrà tutto bene



L'ultima settimana è stata emotivamente strana.
Simile a un giro su quelle montagne russe dove ti diverti un sacco, ma poi hai mal di stomaco. Ecco, io però ho fatto il contrario: sono andato sulle montagne russe con il mal di stomaco. Così... per portarmi avanti con il lavoro. La verità è che la corsa mi ha fatto dimenticare il dolore, aiutandomi a tornare in pista.



Piccola premessa.
Con gli anni, pian piano, uno qualcosa su sé stesso la impara.
Per esempio, io sono mosso dal piacere e la rabbia è il mio carburante.
Può sembrare una contraddizione, ma non lo è. Tutto quello che faccio, istintivamente, mi porta a generare piacere e benessere per me stesso e per le persone che mi sono vicine. Ho seri problemi con il dolore e la sofferenza, personale e altrui, mentre adoro circondarmi di positività.

La rabbia, d'altro canto, fa parte di me da sempre.
Ho sempre avuto problemi a smaltirla, per anni ho cercato di evitarla, soffocarla... liberarmene. Niente da fare. Ma gestirla... beh, riuscire a gestirla non è male. Da alcuni anni riesco a vivere la rabbia come una risorsa. Un'energia interiore per fini costruttivi, invece che distruttivi.

Faccio un esempio: un bambino, in spiaggia, vede un bel castello di sabbia fatto da un altro bambino. La visione di quel castello gli provoca invidia e rabbia, specie quando l'altro bambino gli dice di che non vuole giocare con lui.
In un primo caso, il bambino distrugge il castello. Sfogo della rabbia.
In un secondo caso, il bambino usa la rabbia per costruire un castello di sabbia più figo. E sì, in questo secondo caso, il bambino prova piacere a costruire i castelli di sabbia.

Obiettivo del viaggio: il piacere.
Carburante del viaggio: la rabbia.

Ma, come un caro amico mi ha ricordato, un paio di settimane fa, quello che facciamo noi in ambito artistico non è un viaggio breve. Non stiamo facendo i 100 metri e neanche una staffetta. No, noi stiamo gareggiamo per una lunghissima maratona.
Dobbiamo capire quando è ora di accelerare, quando rallentare, quando riprendere fiato, quando bere e così via di metafore. Non possiamo dare sempre il massimo o collassiamo. Bisogna impegnarsi e stare attenti, distribuendo sforzi e risorse, perché solo avendo il controllo, ce la possiamo fare.

E mentre su un fronte le cose sono andate molto male, sull'altro ci sono stati ottimi risultati.
Finalmente un commercialista ci ha detto che possiamo fare il salto di categoria che stavamo cercando, senza finire in galera o nella morsa di Equitalia.
Dopo anni, ho rivisto il mio socio di nuovo carico, motivato e positivo.
Nonostante urla, sfuriate e imprecazioni, mi sono chiarito con una persona diametralmente opposta a me... ma con la quale ho piacere di lavorare.
Ho ricevuto una mail di risposta positiva da un professionista del settore che inseguo da anni.
Nuovi autori che stimo e che apprezzo si stanno unendo al nostro collettivo perché entusiasti di quello che stiamo realizzando.
Ho ritrovato il controllo di quello che sto facendo e il piacere di farlo.

Settimane come questa sono ossigeno per il cervello e gioia per il cuore.
Che poi l'entusiasmo è contagioso.
Così ti ritrovi a dire a una collega, e a una cara amica:

- Non preoccuparti e fallo! Andrà tutto bene.

Andrà. Tutto. Bene.
Buffo. Sapete nel mio background chi dice solitamente queste parole?
I supereroi.
È una frase bella da leggere o da sentirsi dire. Specie di questi tempi, quando il mondo sembra eternamente volerci convincere che la vita faccia schifo.

È bello sentirselo dire, da un senso di protezione... ma in effetti è ancora più bello poterlo dire, perché significa che sei cresciuto, che puoi aiutare tu gli altri, che non sei più da solo e forse non lo sarai mai più. Che non importa cosa ci sia là fuori, perché lo puoi affrontare. Forse non da solo, ma se ti guardi intorno, vedrai che altre persone stanno corrono al tuo fianco.

Si dice che al male, per vincere, basti che i buoni non facciano niente. Che sia vero o no, non importa. Perché l'unica soluzione è continuare a correre.

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