lunedì 20 ottobre 2014

"L'Aquila 3.32", il libro BeccoGiallo che non ti aspetti


Fu un anno e mezzo fa.
A Maggio, durante il Salone del Libro di Torino del 2013.


Io e il mio socio, Luca Amerio, volevamo realizzare un secondo libro con la BeccoGiallo. Il primo, Il Caso Calvi, era andato molto bene e, forti di quel successo, volevamo fare qualcosa di nuovo e diverso.

Al Salone facemmo un brainstorming con Guido Ostanel, uno dei due capoccia della casa editrice, presentando un po' di idee.

Alcune erano senza tempo...

-
Mani pulite: … vabbè, non è che ci sia poi molto da aggiungere.

-
Le colpe di Rovetta: molti di voi non lo sanno, ma ogni anno a Rovetta (BG) si svolge una manifestazione fascista in memoria della Legione Tagliamento, una banda di assassini in camicia nera. 
La vicenda si sposa a dinamiche politiche e anche narrative, visti i personaggi coinvolti (due esempi: Padre Tam, prete sconsacrato in camicia nera, che ogni anno presiede la cerimonia benedicendo i caduti in nome "del Padre, del Figlio e di Benito Mussolini"; Il Moicano, sanguinoso ufficiale inglese paracadutato sulle valli bergamasche per coordinare la resistenza locale, mandante della fucilazione della Legione.)

- Le Bestie di Satana: anche in questo caso, un fatto di cronaca nera recente e quanto mai adatto a una trasposizione narrativa.
Altre idee invece erano più vicine al concetto di instant book. Uno era la biografia di Nelson Mandela (all'epoca ancora vivo, ci tengo a precisare), l'altro era sull'eternit di Casale.
Per svariate ragioni, nessuna di queste proposte funzionò. Ne parlammo per un po' e, ammettiamolo, nessuno era troppo convinto.
Poi Guido se ne uscì con:

- Ma... e L'Aquila?
Con quel tono da
 “toh, ora che mi sovviene...” che cade un po' dall'alto.
Io e Luca ci guardammo con la faccia tipica dello studente impreparato all'interrogazione. Quell'espressione da "Ah, ma bisognava anche studiare pagina ventordici?"
Anni di improvvisazioni vennero in nostro soccorso e approfondimmo l'idea nella mezz'ora successiva.
La BeccoGiallo aveva in mente questo titolo da un po' e non aveva trovato nessuno che lo realizzasse. Noi avevamo dimostrato di cavarcela su terreni difficili e questa era la nuova sfida.
Tutti i lavori creativi richiedono una spaventosa mole di elasticità mentale e un'ottima capacità d'adattamento. Così riflettemmo sul da farsi: lavoro di ricerca, letture, video, contatti locali e, infine, visita sul posto, con interviste e foto. A fine Ottobre ci ritrovammo con il materiale necessario. Era tutto pronto?
Nulla di più lontano! Ci mancava ancora il disegnatore e, dettaglio non trascurabile, ci mancava completamente la sceneggiatura.
C'era un soggetto di massima... che però non era nulla in più di un compitino. Cioè... avevamo scritto esattamente quello che ci si aspetterebbe da un libro del genere. Per noi non era accettabile!
Io e Luca, ascoltando i racconti degli aquilani, ci eravamo ripromessi che avremmo realizzato questo libro solo se avessimo potuto fare la differenza... che per noi significava:
- sperimentare a livello tecnico (più di quello che avevamo già fatto in precedenza);
- far emozionare profondamente il lettore;

- rendere il libro accessibile al maggior numero di persone possibili.
Questi erano i nostri goal. E li abbiamo sempre tenuti a mente.
C'era però un problema... le prime tavole che abbiamo sceneggiato, non funzionavano. Erano fredde, meccaniche e senza pathos. Dovevamo emozionare con una storia il cui esito era già scritto e trasmettere quella sensazione di perdita che il lettore non aveva mai provato... se no, il nostro lavoro sarebbe stato inutile.Capimmo che lavorando con storie vere, non ci sentivamo abbastanza liberi sul fronte narrativo. Ci serviva la fiction.
Si trattava di introdurre una componente aliena nella vita editoriale della casa editrice... ma quanto mai indispensabile a noi per veicolare tutto ciò che c'era da dire. Creammo personaggi di finzione dalle varie suggestioni ricevute, meno complessi di quelli reali, più facili da muovere e con un percorso che eravamo liberi di decidere noi. L'equilibrio lo trovammo mescolandoli con personaggi del tutto reali, all'interno del racconto. L'energia degli uni e la realtà degli altri. In parole povere, abbiamo usato la finzione per rendere empatica la realtà. Il lettore vive le vite dei personaggi al punto di viverne anche gli sconvolgimenti, i cambiamenti e le perdite. Abbiamo creato un documentario e l'abbiamo vestito da storia.
Se leggendolo vi emozionerete davvero... beh, il tempo impiegato e le pagine scritte saranno valse ogni singolo secondo, ogni singola parola... ogni singola linea. Sì, perché il comparto grafico non è stato da meno e presto vi racconterò dello splendido lavoro di Nicolò Fila e Sara Antonellini... di cui in parte avevo già scritto QUI.

Infine potete già prenotare il libro,in uscita tra 3 giorni, con lo SCONTO DEL 25% QUI.

giovedì 16 ottobre 2014

Ringo, l'ultimo Orfano

Un annetto fa ero a Milano, al mio primo pranzo con la redazione di Nathan Never. Si parlava di Orfani, e quel giorno imparai una cosa importante sul "pensiero Bonelli":
- In Bonelli non facciamo storie, facciamo personaggi!

Vi giuro... la frase fu proprio questa.
Rido a un anno di distanza.

Quella frase mi tornò in mente, appena vidi la copertina di Ringo 1.
- Eccoci di nuovo qui... -  pensai - Il buon Sergio avrebbe apprezzato.

Questa gif arriva direttamente dal sito della Bonelli 0__0.

martedì 14 ottobre 2014

Carlo Lorenzini, il Guardiano delle Storie


Da quando abbiamo iniziato a parlare sulla nostra pagina facebook di questo nuovo fumetto targato ManFont Team, alcuni di voi mi hanno scritto in privato, chiedendomi cosa fosse, se l'avessi scritto io e se ne consigliassi l'acquisto.

giovedì 9 ottobre 2014

Togliendo la polvere


Infilo le chiavi nella toppa e delicatamente giro.
La serratura scatta come se non fosse passato un giorno e la porta si apre da sola, come un coperchio che è stato chiuso per troppo tempo.

venerdì 4 luglio 2014

Il ritorno di Pikappa


L'altro ieri entro in edicola e compro il nuovo numero di Topolino. Con un filo di preoccupazione... apro e leggo le prime pagine del reboot di Pikappa. Lo divoro e subito scatta il seguente dialogo interiore:

martedì 15 aprile 2014

Le storie di Port Douglas


Lasciata la commerciale e banalotta Cairns, raggiungo Port Douglas, che dista meno di due ore verso nord. E mi innamoro.
Del luogo, della gente, del clima, dell'atmosfera... e delle storie.

venerdì 11 aprile 2014

Cairns, Italia-Inghilterra 2-5


Partire per il Queensland per 15 gg con 10 Kg tra tutto... sì può fare.
Ed è anche un bel vivere, se accetti la condizione.



Cairns mi accoglie con un affettuoso abbraccio caldo umido.
Ci deve essere un sistema studiato e sviluppato per far sentire tutti come dentro un immenso bagno turco.

Atterro alle 13, con un jet lag di 30 minuti.
Alle 16 mi sembra di avere un jetleg di 6 ore e sverrei per la stanchezza.
E nel dubbio dormo per un paio d'ore.
Quando fa buio l'aria è decisamente più respirabile.

I miei compagni di camera in ostello sono

martedì 8 aprile 2014

Sono troppo vecchio per queste s*******e


L'Australia è una terra rude.
Una terra con pochissimo wi-fi, con ancor meno prese elettriche e zero prolunghe, con negozio di elettronica inesistenti e sprovvisti di cose basilari... come i mouse (no, tranquilli, cover tarocche per iPhone ce ne sono abbastanza da vincere una guerra!).
Sì, poi ci sono gli animali feroci... ma questo lo sapevate già perché ci sono i meme su Facebook.

Il punto è che tenere un blog di viaggio implica uno sforzo tecnologico che mi è stato impossibile sostenere, in realtà anche per la moltitudine di cose successe, che ci ho messo un po' a metabolizzare e riuscire a scrivere in maniera coerente.
Ho scritto molto, ma per lo più sulla cara vecchia carta di una Moleskine regalatami da mia sorella con Snoopy in copertina. Mi fermerò ancora in questo paese per una settimana, e ne approfitterò per fare una bella full immersion su tutto quello che è successo.

Queste erano le parole che ieri sera mi ripetevo mentre rivedevo gli appunti scritti all'inizio del viaggio, due settimane fa.
Peccato che poi ti entrano nella camerata dell'ostello due bionde canadesi in lacrime visibilmente distrutte dalla vita! E parafrasando un antico adagio... anche oggi si scrive domani.

domenica 6 aprile 2014

L'Aquila, lavori in corso


Sono passati 5 anni da quella notte.
Stamattina, cinque anni fa, era il 6 Aprile 2009.
Radio, telegiornali, quotidiani, siti internet e social network esplodevano nel comunicare la notizia che l'Abruzzo aveva tremato.
L'Aquila era crollata.

Quello che pochi hanno capito e ancora meno hanno raccontato, è che nell'arco dei successivi 10 mesi (ma anche dopo le varie inchieste), sul territorio aquilano si sono svolte lotte di potere, speculazioni edilizie, intrallazzi mafiosi e, soprattutto, le prove generali per un corpo di polizia personale al servizio del Primo Ministro Italiano.

martedì 1 aprile 2014

Parole e pollo con verdure




Si dice che ci sia un tempo per ogni cosa.
Penso sia vero, ma non come valore o concetto universale.
Penso che ognuno di noia, abbia il proprio tempo per ogni cosa.
Perché siamo persone diverse e se una cosa è statisticamente più probabile, non vuol dire che sia necessariamente vera per tutti.

La cosa importante, comfort zone o magic zone, credo sia

domenica 30 marzo 2014

Gita al Consolato di lunedì

Ora per la precisione è sabato e sono a Cairns, nel Queensland.
In un improbabile ostello che 4-5 anni fa mi avrebbe divertito come uno seeemo, oggi penso di essere un po' vecchio per tutto ciò.
Ma pago 15€ a notte... direi che se non ci sono insetti o bestie peggio in camera, non ci si possa lamentare.

Sto facendo colazione con un'arancia.
Ma qui vogliono un sacco di soldi per tè e/o caffè!
Vigliacchi!
Aspetto che smetta di piovere che qui, senza caffeina non combino una fava!
Oh, ha smesso.
Oh... ha ripreso.
Oh... ha smesso.
Vabbè... si deciderà!
Che questa umidità del 60%, se no, come la manteniamo!?!
Dicevamo... in realtà, nella storia di oggi, è lunedì!

venerdì 28 marzo 2014

Mamma, mi hanno clonato la PostePay



Dicevamo... cosa fare quando scopri che ti hanno clonato la postapay?
Ovviamente non è un buon momento per venirlo a sapere, ma le Poste cercheranno in ogni modo di non ridarti i soldi.
In. Ogni. Modo.

Ma con molta pazienza e un po' di tempo, se tutto fila liscio, ce la dovresti fare.
Da dove iniziare?
Fai un bel respiro.
E metti una musica che ti rilassi.

mercoledì 26 marzo 2014

Come viaggiare con bancomat e carte di credito pacco


Prima di iniziare, un grazie di cuore a Giorgio Abou Mrad per il bellissimo omaggio grafico.


Ora, da bravi, fatevi un giro sul suo blog, leggete la roba simpatica che scrive, guardate i disegni e lasciategli un commento. Che questo, se non si perde, tra 5 anni lavorerà per la serie A.



Ogni tanto penso che il karma mi stia punendo.
Ma... caro il mio Karma... #chett'hofatto?

L'alternativa è che questo blog sia maledetto, cosicché... ogni volta che lo inizio... succedono cose che a uno gli scappano le vacche!

Ma, come l'Autralia mi sta insegnando... keep calm!

sabato 22 marzo 2014

Mettere insieme i pezzi

Prima di riprendere il racconto, un paio di segnalazioni.
Grazie mille a tutti voi. Per i commenti, per i messaggi pubblici e per quelli privati. Non me l'aspettavo ed è stato bello.

Tre grazie di cuore vanno ad altrettante persone senza le quali questo nuovo blog esisterebbe ancora solo nella mia testa.
Matteo Aversano, un caro amico e collega, che ha realizzato l'header che potete ammirare in alto (vi segnalo anche il suo canale Youtube per vederlo all'opera), Francesco Panaro, coinquilino di garage che mi ha dato una grossa mano con il codice HTML e Luca Hohler, vicino di scrivania che mi ha aiutato sul fronte grafico. Grazie di cuore, ragazzi.

C'era una vecchia abitudine in questi post... ed era la sigla.
Ora... io sono molto ignorante in questo ambito, ma la musica è diventata una parte importante di queste settimane. Quindi... iniziamo con un classico!

venerdì 21 marzo 2014

Raccogliere i pezzi


Questo blog nasceva un anno fa.
Un anno e qualcosa fa.
Fare un blog era uno dei buoni propositi del 2013.
Insieme ai soliti dimagrire, fare attività fisica regolare, bere di meno... blablabla di cagate incoerenti.

Ma fare un blog era una cosa fattibile e misurabile.
Potevo mettermici. E... nonostante impiegai tutto Gennaio per farlo... ci riuscii.
Con l'aiuto di molte persone, sia ben chiaro. Persone che spero di aver ringraziato abbastanza tutte le volte che ne è stato il caso.

Com'è andata? Bene... devo dire abbastanza bene. Ho scritto la media di un articolo ogni due giorni per un mese e mezzo... non mi posso lamentare.
C'era anche un centinaio di lettori decisamente attivi e incuriositi. Quindi, da qualche parte... qualcosa di giusto devo averlo scritto. Oppure era sbagliato, ma scritto in modo divertente.

Perché solo un mese e mezzo? Cos'è successo?