martedì 8 aprile 2014

Sono troppo vecchio per queste s*******e


L'Australia è una terra rude.
Una terra con pochissimo wi-fi, con ancor meno prese elettriche e zero prolunghe, con negozio di elettronica inesistenti e sprovvisti di cose basilari... come i mouse (no, tranquilli, cover tarocche per iPhone ce ne sono abbastanza da vincere una guerra!).
Sì, poi ci sono gli animali feroci... ma questo lo sapevate già perché ci sono i meme su Facebook.

Il punto è che tenere un blog di viaggio implica uno sforzo tecnologico che mi è stato impossibile sostenere, in realtà anche per la moltitudine di cose successe, che ci ho messo un po' a metabolizzare e riuscire a scrivere in maniera coerente.
Ho scritto molto, ma per lo più sulla cara vecchia carta di una Moleskine regalatami da mia sorella con Snoopy in copertina. Mi fermerò ancora in questo paese per una settimana, e ne approfitterò per fare una bella full immersion su tutto quello che è successo.

Queste erano le parole che ieri sera mi ripetevo mentre rivedevo gli appunti scritti all'inizio del viaggio, due settimane fa.
Peccato che poi ti entrano nella camerata dell'ostello due bionde canadesi in lacrime visibilmente distrutte dalla vita! E parafrasando un antico adagio... anche oggi si scrive domani.


La “sigla” di oggi è per farvi capire il livello di disperazione delle canadesi e anche per rendere omaggio alla canzone che più di ogni altra ha segnato la nostra adolescenza da pipparoli (fisici o mentali, io non giudico!).

Siccome è la prima volta volta che faccio un viaggio così lontano, ma non la prima volta che viaggio, la vita da ostello non mi sembrava un grande sacrificio. Anzi.
Ma tra tutti i posti in cui sono stato... Sydney vince a mani basse l'esperienza come peggiore ostello. Ma non dilunghiamoci, che su questo ci torneremo in futuro.

Ore 22,30, fuso orario di Sydney.
Io sono sulla branda in alto del letto a castello (vi ricordate quando da bambini tutti volevamo stare sulla branda in alto, poi crescendo abbiamo capito che era una fregatura, allora abbiamo deciso che avremmo dormito su quella in basso, ma l'avevano capito anche gli altri, quindi punto e capo, vince che arriva primo e tu sei sempre l'ultimo? Precisamente! Branda in alto!) accovacciato in meditazione con le dita sul Mac e la Moleskine a fianco.

La porta sbatte ed entrano queste due ragazze, “truccate da corsa” con cui divido altri due dei ben dieci letti nella stanza.
Le ragazze sono di Vancouver, sì, sono bellissime (tanto lo so che volevate sapere quello) con gambe chilometriche, curve giustissime e un volto leggermente paffutello che intenerisce e che... ma la chiudiamo qui, che questo non è Game of Thrones!

Con la più bionda, che dorme nella branda sotto, lei che è arrivata prima, ho già fatto le presentazioni di rito:
  • Chi sei? Da dove vieni? Che zona? Perché sei qui? Da quanto tempo e per quanto tempo ci stai?

Così è come si fa amicizia in viaggio. Ed è tuuutto più facile.
Se si passa questa prima fase eliminatoria, si accede a un vago:
  • Tu che fai nella vita?

che implica spalancare porte a qualunque discorso.
La parte che preferisco, in buona sostanza.

La tipa, credo Ivonne, ma non ne sono convinto, mi attacca un pippone magistrale sul fatto che ha finito la scuola, non sa cosa fare, così ha deciso di venire in Australia, anno sabbatico, ma non lo sa, Sydney è bella, ma non lo sa, forse lavorerà in una farm, ma, incredibilmente, non lo sa. Insomma, una ragazza con delle certezze!
Io capisco che non parlerò in quella conversazione... è chiaro.

A un certo punto si va sul personale, mi racconta cose sulla sua scuola e sui suoi amori... che è 'naccollo che mollami!
Ivonne (credo) è una cara ragazza ma ha un volume di voce che se la senti dopo una sbronza, perdi i sensi per il dolore. E anche da sobrio, non scherza.
A una certa l'amica le dice di mollarmi, che devono uscire a fare cose.
Grazie amica che non ti sei presentata e che quindi chiamerò, Amica.

Ma torniamo al dramma.
Quello vero consumatosi in lercio ostello nel centro di Sydney.
Ivonne e Amica entrano in stanza, truccate da corsa e in lacrime.
Per un attimo mi guardo intorno. Sono in una stanza con almeno altri 6 ragazzi, tutti che braccano 'ste due come iene con le gazzelle.
Cazzo, due gazzelle piangono, qualcuno faccia qualcosa!
(e mi tolga da un possibile impiccio che devo scrivere)

Niente. Palle di fieno che rotolano in una stanza piena di roba sporca e potenziali malattie mortali.

Prego tutte le entità superiori, dall'Universo, al Buddah, passando per Alan Moore e Goku... ma nulla!
Sono l'unico nella stanza... prigioniero del letto in alto. Le gazzelle mi hanno chiuso.
Ivonne salta su con due occhioni tanti pieni di lacrime.
  • Why room mate? Why?!?
Non avevo la minima idea di che diavolo avesse Ivonne, ma ecco la risposta giusta:
  • Perché la vita fa schifo. Ma ogni tanto non è male, quindi oggi stai male, ma domani starai meglio. E dopodomani meglio ancora. Beviti una roba calda, vai a dormire (che per gli standard di qui è già na certa) e domani fatti una bella passeggiata.

Insomma, un misto di frasi di Fabio Volo/Baci Perugina shakerate con i consigli di Sheldon Cooper. Invece esordisco con un:
  • What happens?
E il mio cervello, a me:
  • Esseistronzo, allora!

La gazzella Yvonne m'attacca il secondo pippone della giornata che fa sembrare il primo un confronto intellettuale di altissimo livello. Il suo piccolo cuore da adolescente bionda piange la partenza di alcuni tizi dell'ostello con cui lei faceva sempre festaccia grossa e adesso non sa più con chi fare festaccia. Anche Amica è distrutta dalla notizia.
Tra singhiozzi e lacrime, questo è tutto quello che capisco di oltre un'ora di versi.

Una parte di me inzia a pensare che si possa andare almeno sul lesbo, così... per non sprecare completamente la serata... ma nonostante i mille abbracci tra le due, la cosa non decolla mai.
Pace. Era solo una speranza.

Per chiuderla, improvviso consigli di aria fritta in salsa inglese, tanto ho capito che non posso fare figure di merda. Le due paiono apprezzare, poi Yvonne sente il bisogno di darsi una dignità e ci prova con una frase del tipo...
  • Eh, mi avevano detto che la vita da backpacker è difficile, specie in Australia. Ma la vita in ostello è così rude.

Ci prova.
Mica ho detto che ci riesce.

Che poi... te che sei diciottenne, gazzella, figa e canadese... dobbiamo fare un discorso su cosa significa "vita rude".
Ma... a ben pensarci... anche no!


1 commento:

  1. Vita rude? È io che credevo che tutte le canadesi fossero come Robin Scherbatsky.
    Che delusione ��

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